Dal sito del Comune di Lucca
Cos'è la Casa della Città?
È uno spazio nuovo che vuole veicolare un approccio trasparente e semplificato
a questioni considerate complesse, da "addetti ai lavori", come
quelle del governo del territorio durante la fase di redazione del nuovo Piano
Strutturale di Lucca. Non ci sono precedenti nella nostra città. Non a caso
Lucca è sempre stata segnata da scelte poco condivise - e molto contestate una
volta rese esecutive - pensate in stanze inaccessibili, e poi calate dall'alto
come un'imposizione. Ecco perché la Casa della Città vuol essere un elemento di
forte discontinuità con il passato, segno tangibile di una nuova cultura di
consapevolezza.
Non rappresenta solo uno sportello informativo - benché sia
anche sede del SIT e svolga, tra le altre, quella funzione - ma è di per sé
stimolo per una relazione diversa e più matura tra amministrazione e cittadini.
Volutamente non abbiamo legato lo spazio di largo Giusti a specifiche funzioni
che ne avrebbero limitato la libertà d'utilizzo e, come già sottolineato in
conferenza stampa il 23 dicembre scorso, vogliamo che sia un luogo di
interfaccia con la città che va definendosi attraverso l'uso concreto che i
lucchesi vorranno farne. Le organizzazioni di cittadini interessate a
utilizzarlo per approfondire tematiche inerenti il territorio, per svolgere
riunioni, per lavorare a dei progetti, potranno farlo gratuitamente.
L'Amministrazione
comunale tutta, con compattezza, ha ritenuto strategica la sua apertura
intuendone le potenzialità per avviare fattivamente un dialogo che non lasci le
questioni in stallo ma sia anzi capace di portare a scelte chiare in tempi e
modi sempre più efficaci. Questo spazio non nasce, non è e non sarà appannaggio
del solo assessorato all'Urbanistica, tutt'altro: il nome stesso che abbiamo
scelto - Casa della Città - sta a indicarne la vocazione collettiva e
trasversale. Città è cultura, è percorso - anche turistico; è il lavoro, la
sicurezza e il benessere di chi la abita; è l'ordito delle opere pubbliche e la
sua immagine; è il corpo delle attività che tengono strette, in un tessuto
coerente e comunque sfaccettato, le ragioni del vivere insieme lo stesso luogo.
La
Casa della Città dispone di cinque postazioni internet con connessione a banda
larga e di strumenti specifici per studenti e professionisti, come il QGis.
Sono stati proprio alcuni giovani neolaureati in architettura a fare visita nei
giorni scorsi alla Casa della Città e, accolti con professionalità dal nostro
valido "sitista", hanno predisposto di tornare per poter lavorare con
i mezzi messi a loro disposizione.
Anche alcuni rappresentanti di
organizzazioni cittadine sono venuti, già durante il periodo delle festività
natalizie, per offrire il loro contributo a questo impegno importante che
l'Amministrazione Tambellini - come da cronoprogramma - vuole portare a termine
entro il 2014.
Stiamo elaborando altre idee per la Casa della Città. Vorremmo
portare fisicamente lì in consultazione quei testi fondamentali per lo studio
del territorio, di autori come Santini (Pier Carlo), Ragghianti, Mazzarosa, per
iniziare; una bibliografia ampliabile con i suggerimenti che da più parti ci
arriveranno e volentieri raccoglieremo. Ci piacerebbe anche far presentare a
giovani laureati le loro tesi inerenti progetti di rigenerazione urbana dedicati
alla nostra città.
E, ancora, fare cultura della città, con percorsi di
approfondimento sull'archeologia industriale, sull'urbanistica verde o sulla
storia di alcuni tra i più significativi edifici pubblici.
Comprendo le
difficoltà che possono sorgere quando si impatta con una realtà nuova. Ma
bisogna anche imparare a riconoscerla e a rispettarla. Un'ultima considerazione
sul concetto di partecipazione. Cerchiamo di non confonderla con la pratica
delle assemblee infinite, nelle quali ci si parla addosso senza prestare
reciproco ascolto. Come tutte le parole troppo usate, negli ultimi tempi è
stata un po' svilita nel suo significato. Vorrei pertanto ripristinare
l'originale valore del termine che designa una disciplina che non si
improvvisa. Proprio per questo, la legge regionale in materia (la numero 1 del
2005) indica che i processi di partecipazione vengano affidati a dei
professionisti (che per brevità chiamiamo "facilitatori"), bracci
operativi del garante della comunicazione. Figure che fanno parte a pieno
titolo dell'Ufficio di Piano, costituito da un gruppo di gestione della fase
tecnica e da un altro dedito a quella consultiva.
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per aver inserito un commento nel nostro blog!